Gli estimi catastali sono tariffe, che variano da comune a comune, che tengono conto della qualità, della categoria e della classe di una determinata unità immobiliare e che costituiscono la base su cui vengono calcolate le rendite catastali.
Per le unità immobiliari registrate al catasto fabbricati tali tariffe, stabilite dall'Agenzia delle Entrate, sono determinate in base alla zona censuaria dove è dislocata l'unità immobiliare, alla tipologia e alla destinazione d'uso della stessa.
Per ottenere la rendita catastale di un bene censito al Catasto Fabbricati è necessario moltiplicare la tariffa d'estimo, determinata tenendo conto dei parametri sopra descritti, per i vani, per i metri quadrati o per i metri cubi a seconda della categoria dell'immobile.
Per i terreni gli estimi catastali sono suddivisi in due tariffe:
tariffe di reddito dominicale, reddito relativo alla proprietà.
tariffe di reddito agrario, reddito che compete a chi esercita l'attività agricola, quindi al conduttore del fondo.
Per determinare i relativi redditi si moltiplica la superficie del terreno per la tariffa applicata dal Comune in cui è ubicato, per la categoria e per la classe di appartenenza.
Le tabelle delle tariffe d'estimo sono consultabili presso gli uffici dell'Agenzia delle Entrate o direttamente sulla Gazzetta Ufficiale.
Per ottenere la rendita catastale di un fabbricato o di un terreno è necessario procurarsi le visure catastali.
La storia degli estimi catastali
Gli estimi catastali attualmente in uso sono stati determinati con DPR 29/0971973 e DM del 13.12.1979 e successiva rivalutazione in base al DMF 20/01/1990 n° 3/355.
Nel corso degli anni sono stati più volte revisionati in funzione dei cambiamenti economici intercorsi nel tempo.
Di fatto fino all'unificazione d'Italia esistevano vari catasti che applicavano estimi catastali diversi tra loro.
A Seguito della legge sulla perequazione fondiaria (legge 1° marzo 1886, n. 3682, legge fondamentale o legge Messedaglia) fu istituito il Nuovo catasto terreni (NCT), geometrico e particellare, unico per tutto il territorio nazionale. Le operazioni che portarono alla formazione del catasto durarono circa 70 anni a causa delle guerre (1956).
Gli estimi catastali sono stati rivisti:
Nel 1922 con RDL del 07.01.1923 le tariffe furono aggiornate a seguito della 1 guerra mondiale
Nel 1939 con la Legge del 29.06.1939 gli estimi furono completamente rivisti
Nel 1979 con DPR 29/0971973 e DM del 13.12.1979 furono revisionati gli estimi a causa dei grandi cambiamenti economici intercorsi negli ultimi 50 anni (meccanizzazione agricoltura). Sono entrate in vigore nel 1988 e sono ancora in uso.
Nel 1990 con DMF 20/01/1990 n° 3/355. Con tale decreto si stabilisce di "rivalutare" almeno ogni 10 anni le tariffe.
Ad oggi, i comuni provvedono alla rivalutazione delle tariffe d'estimo che vengono rese pubbliche dall'Agenzia delle Entrate.
Importanza degli estimi catastali
Il Decreto Salva-Italia ha stabilito la necessità di individuare nuovi estimi catastali per definire in modo congruo l'importo da corrispondere per evitare che un'abitazione di lusso abbia lo stesso valore di un monolocale.
Con il Decreto Salva Italia il governo ha stabilito l'introduzione di un'imposta patrimoniale reale sugli immobili, calcolata in base agli estimi catastali al momento vigenti.
L'obiettivo è quello di voler attribuire ai fabbricati un valore patrimoniale medio e una nuova rendita catastale che tenga conto del reale valore di un immobile.
Per rendere più equa la tassazione degli immobili dovranno essere quindi riviste le categorie catastali, utilizzando presumibilmente il metro quadrato come unità di consistenza e determinati nuovi estimi catastali, basandosi su funzioni statistiche che tengano conto della categoria, luogo e localizzazione degli immobili.
Le visure catastali, fino a quando non sarà attuata la riforma catastale, sono il documento ufficiale da cui estrapolare la rendita utilizzabile per calcolare le imposte.